Gli abitanti della mia casa e le mie ancelle mi considerano un estraneo: sono un forestiero ai loro occhi. Coloro che abitano nella mia casa - In questo e nei seguenti versi il disprezzo e il disprezzo solitamente mostrati agli uomini che sono caduti dall'opulenza e dall'autorità nella povertà e nella dipendenza, sono descritti con molta forza: un tempo riveriti da tutti, ora stimati da nessuno. Raramente si mostra compassione per coloro che sono caduti nelle avversità; i ricchi hanno molti amici, ea chi sembra guadagnare la sostanza mondana viene pagata molta corte; poiché molti adorano il sole che sorge, i quali pensano poco a ciò che è tramontato.

Ad alcuni viene persino rimproverata quella eminenza che hanno perduto, sebbene non siano colpevoli della perdita. Un vescovo, forse Bale, di Ossory, essendo obbligato a lasciare il suo paese e a fuggire per salvarsi la vita, ai tempi della sanguinosa regina Maria, e che non riacquistò mai il suo vescovato, fu accolto una mattina da uno come quelli che descrive Giobbe, che, volendo essere spiritoso a spese del venerabile prelato, gli si avvicinò così: «Buongiorno, Vescovo quondam». Al che il vescovo rispose abilmente: "Addio, furfante semper".

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