Sappi ora che Dio mi ha rovesciato e mi ha circondato con la sua rete. Sappi ora che Dio mi ha rovesciato - La questione è tra lui e me, e non ti ha incaricato di aggiungere rimproveri ai suoi castighi.

E mi ha circondato con la sua rete - Potrebbe esserci un'allusione qui ai diversi modi di caccia che sono stati già menzionati nel capitolo precedente. Ma se prendiamo l'intero versetto insieme e leggiamo quest'ultima frase prima della prima, così: "Sappi dunque che Dio mi ha avvolto con la sua rete e mi ha rovesciato;" l'allusione può essere ad un antico modo di combattimento praticato tra gli antichi Persiani, gli antichi Goti e tra i Romani.

L'usanza tra i Romani era questa: "Uno dei combattenti era armato di spada e scudo, l'altro di tridente e rete. Tentò di gettare la rete sul capo del suo avversario, nella quale, quando riuscì, il impigliato fu presto tirato giù da un cappio che si allacciava al collo, e poi spedito. La persona che portava la rete e il tridente si chiamava Retiarius, e l'altro che portava la spada e lo scudo era chiamato Secutor, o l'inseguitore, perché, quando il Reziarius mancò il tiro, fu costretto a correre per terra finché non ebbe la sua rete in ordine per un secondo lancio, mentre il Secutor lo seguiva alacremente per impedirlo e mandarlo via.

I Persiani nei tempi antichi usavano quello che veniva chiamato (Persic) kumund, il cappio. Non era una rete, ma una sorta di anello da corsa, che i cavalieri si sforzavano di gettare sulle teste dei loro nemici per poterli strappare dai loro cavalli Che i Goti usassero una rete ad anello fissata a un palo, che cercavano di gettare sopra le teste dei loro nemici, è attestato da Olaus Magnus, Hist. de Gentibus Septentrionalibus, Rom.

1555, lib. xi., cap. 13, De diversis Modis praeliandi Finnorum. Le sue parole sono, Quidam restibus instar retium ferinorum ductilibus sublimi jactatione utuntur: ubi enim cum hoste congressi sunt, injiciunt eos restes quasi laqueos in caput resistentis, ut equum aut hominem ad se trahant. "Alcuni usano corde elastiche, formate come reti da caccia, che lanciano in alto; e quando entrano in contatto con il nemico, gettano queste corde sopra la testa del loro avversario, e in questo modo possono poi trascinare un uomo o un cavallo per loro stessi.

All'inizio della pagina dà un taglio di legno che rappresenta la rete e il modo di gettarla sulla testa del nemico. A tale dispositivo potrebbe alludere Giobbe, Dio mi ha circondato con la sua rete e mi ha rovesciato.

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