Commento biblico di Adam Clarke
Giobbe 3:7
Ecco, che quella notte sia solitaria, che nessuna voce gioiosa vi entri. Ecco, che quella notte sia solitaria - La parola הנה hinneh, ecco, o ecco, manca in uno dei manoscritti di De Rossi, né è espressa nella Settanta, nella Vulgata, nel siriaco o nell'arabo. La parola גלמוד galmud, che traduciamo solitario, è propriamente araba. Da ghalama o jalama, che significa tagliare, mettere a nudo, amputare, viene jalmud, una roccia, una grande pietra; e jalameedet, peso, peso, affanno, da cui possiamo cogliere il significato di Giobbe: "Che quella notte sia dolorosa, opprimente, priva di bene come una nuda roccia è di verzura". Il Targum dà il senso, in quella notte ci sia tribolazione.
Non vi giunga voce gioiosa - Non vi siano cori di cantori; nessuna musica piacevole ascoltata; niente balli o allegria. La parola רננה renanah significa qualsiasi movimento vivace, come la vibrazione dei raggi di luce, o la modulazione vivace della voce in una canzoncina allegra. Il Targum ha: Non risuoni in esso il canto del gallo campestre o selvaggio. Lascia che tutto il lavoro sia interrotto; non ci siano esercizi sportivi e tutti gli animali siano totalmente silenziosi.