Allora Elifaz il temanita rispose e disse: Allora Elifaz il temanita rispose: Per sette giorni costui ei suoi due amici avevano osservato un profondo silenzio, essendo intimoriti e confusi alla vista dell'afflizione senza precedenti di Giobbe. Avendo ora sufficientemente contemplato il suo stato afflitto, e ascoltato il suo amaro lamento, dimenticando che è venuto come consolatore e non come rimproveratore, perde il sentimento dell'amico nella superbia del censore, cercando di spogliarlo della sua unica consolazione , - la testimonianza della sua coscienza, che in semplicità e devota sincerità, non per sapienza carnale, ma per grazia di Dio, tenne la sua conversazione tra gli uomini, - insinuando che se le sue vie fossero state rette, non sarebbe stato abbandonato a tanta pena e afflizione; e se il suo cuore possedeva quella giustizia di cui si vantava,

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità