Commento biblico di Adam Clarke
Giovanni 3:16
Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Perché Dio ha tanto amato il mondo - Un amore come quello che ha indotto Dio a dare il suo Figlio unigenito a morire per il mondo non può essere descritto: Gesù Cristo non lo tenta. Ha posto un'eternità di significato nella particella οὑτω, così, e ha lasciato agli angeli e agli uomini un argomento di eterna contemplazione, meraviglia e lode.
Lo stesso evangelista usa un modo di espressione simile, 1 Giovanni 3:1 : Ecco, quale modo di amore, ποταπην αγαπην, il Padre ci ha donato.
Dal soggetto dinanzi a lui, il lettore si occupi dei seguenti particolari.
Primo, il mondo era in uno stato rovinoso, condannato, sul punto di perire per sempre; ed era del tutto incapace di salvarsi dalla distruzione.
In secondo luogo, che Dio, per l'impulso del suo amore eterno, ha provveduto alla sua salvezza e salvezza, dando a suo Figlio la morte per essa.
In terzo luogo, che il sacrificio di Gesù era l'unico mezzo per mezzo del quale si poteva compiere la redenzione dell'uomo, e che è assolutamente sufficiente per realizzare questo grazioso disegno: perché sarebbe stato incompatibile con la sapienza di Dio, aver nominato un sacrificio maggiore in sé, o minore in suo merito, di quanto le urgenti necessità del caso richiedessero.
In quarto luogo, quel peccato deve essere un male indescrivibile, quando ha richiesto non meno un sacrificio, per fare l'espiazione per esso, di quanto Dio si sia manifestato nella carne.
In quinto luogo, che nessun uomo si salva per questo sacrificio, ma colui che crede, cioè che accredita ciò che Dio ha detto riguardo a Cristo, il suo sacrificio, il fine per il quale è stato offerto e il modo in cui deve essere applicato per diventare efficace.
Sesto, che coloro che credono ricevano un doppio beneficio:
1. Sono esentati dalla perdizione eterna, affinché non muoiano.
2. Sono portati alla gloria eterna, affinché abbiano la vita eterna. Questi due benefici indicano tacitamente lo stato dell'uomo: è colpevole, e quindi esposto al castigo: è impuro, e quindi inadatto alla gloria.
Indicano anche le due grandi operazioni della grazia, mediante le quali si realizza la salvezza dell'uomo.
1. La giustificazione, con la quale viene rimossa la colpa del peccato, e di conseguenza la persona non è più odiosa alla perdizione.
2. La santificazione, o purificazione della sua natura, mediante la quale è adeguatamente preparato per il regno della gloria.