Guai a colui che lotta con il suo Creatore! Che il coccio lottino con i cocci della terra. L'argilla dirà a chi la modella: Che cosa fai? o il tuo lavoro, non ha mani? Guai a colui che lotta con il suo Creatore "A colui che contende con il potere che lo ha formato" - Il profeta risponde o impedisce le obiezioni e i cavilli degli ebrei increduli, disposti a mormorare contro Dio e ad accusare la saggezza e la giustizia di le sue dispense nei loro confronti; permettendo loro di essere oppressi dai loro nemici e promettendo loro la liberazione invece di impedire la loro prigionia.

San Paolo ha preso in prestito l'immagine e l'ha applicata allo stesso scopo con uguale forza ed eleganza: "No, ma, o uomo! chi sei tu che rispondi a Dio? La cosa formata dirà forse a colui che l'ha formata, perché mi hai tu fatto così? Il vasaio non ha potestà sull'argilla, per ricavare dalla stessa pasta un vaso per onorare e un altro per disonorare?" Romani 9:20 , Romani 9:21 . Questo è detto dice Kimchi, contro il re di Babilonia, che insultò l'Altissimo, portando fuori i vasi sacri, bevendo da essi e magnificandosi contro Dio.

O il tuo lavoro, Egli non ha mani "E per l'operaio, Tu non hai mani" - Il siriaco rende, come se avesse letto, ולא היתי פעל ידיך velo hayithi pheal yadeycha, "né sono opera delle tue mani;" la Settanta, come se avessero letto ולא פעלת ואין ודים לך velo phaalta veeyn yaadim lecha, "né mi hai fatto; e non hai mani". Ma la colpa sembra essere nella trasposizione dei due pronomi; per uphoolcha, leggi ופעלו uphoolo: e per לו lo, leggi לך lecha.

Così Houbigant lo corregge; leggere anche ופעלו uphoolo; quale ultima correzione non sembra del tutto necessaria. La Settanta, in MSS. Pachom. e 1. D. 2 così, και το εργον ουκ εχεις χειρας, che favorisce la lettura qui proposta.

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