Commento biblico di Adam Clarke
Levitico 1:4
E metterà la mano sulla testa dell'olocausto; e sarà accettato che faccia l'espiazione per lui. Poserà la mano sul capo dell'olocausto - Per l'imposizione delle mani la persona che conduce la vittima ha riconosciuto,
1. Il sacrificio come suo.
2. Che lo offrì come espiazione per i suoi peccati.
3. Che era degno della morte perché aveva peccato, avendo perso la vita violando la legge.
4. Che ha supplicato Dio di accettare la vita dell'animale innocente al posto della sua.
5. E tutto questo, per essere fatto con profitto, deve avere rispetto a Colui la cui vita, nella pienezza dei tempi, dovrebbe essere sacrificata per il peccato.
6. Il sangue doveva essere spruzzato Levitico 1:5 sull'altare, Levitico 1:5 , come mediante l'aspersione di sangue si faceva l'espiazione; poiché il sangue era la vita della bestia, e si è sempre creduto che la vita andasse a redimere la vita.
Vedi Clarke su Esodo 29:10 (nota). Sulla perfezione richiesta del sacrificio vedi Clarke su Esodo 12:5 (nota). È stato sufficientemente osservato da uomini dotti che quasi tutti i popoli della terra avevano i loro olocausti, dai quali pure riponevano la massima dipendenza.
Era una massima generale nel mondo pagano, che non c'era altro modo per placare gli dei infuriati; e talvolta offrivano anche sacrifici umani, dal presupposto, come dice Cesare, che la vita fosse necessaria per riscattare la vita, e che gli dei si sarebbero accontentati di niente di meno. "Quod pro vita hominis nisi vita hominis redditur, non posse aliter deorum immortalium numen placari arbitrantur." - Com. de Bell. Gal., lib. vi. Ma questo non era il caso solo dei Galli, poiché vediamo, da Ovidio, Fast., lib. vi., che era una massima comunemente accettata tra le persone più raffinate: -
" - Pro parvo vittima parva cadit.
Cor pro corde, precor, pro fibris sumite fibras.
Hanc animam vobis pro meliore damus."
Vedi tutto questo passaggio nell'opera sopra, dal ver. da 135 a 163.