Commento biblico di Adam Clarke
Levitico 16:2
E l'Eterno disse a Mosè: Parla ad Aaronne, tuo fratello, di non entrare mai nel luogo santo entro il velo davanti al propiziatorio, che è sull'arca; che non muoia, perché io apparirò nella nuvola sul propiziatorio. Che egli non venga sempre nel luogo santo - Per luogo santo dobbiamo qui intendere ciò che ordinariamente viene chiamato il Santo dei Santi, o luogo santissimo; quel luogo all'interno del velo dove l'arca dell'alleanza, ecc.
, sono stati messi a riposo; e dove Dio manifestò la sua presenza tra i cherubini. Nei casi ordinari il sommo sacerdote poteva entrare in questo luogo una sola volta all'anno, cioè il giorno dell'espiazione annuale; ma in casi straordinari potrebbe entrare più frequentemente, vale a dire, mentre nel deserto, nel decampare e nell'accamparsi, deve entrare per togliere o aggiustare le cose; e nelle solenni e pressanti occasioni pubbliche, era obbligato ad entrare per consultare il Signore: ma non vi entrava mai senza la più profonda riverenza e la dovuta preparazione.
Affinché possa sembrare che il grande soggetto di questo capitolo, l'ordinanza del capro espiatorio, rappresenti la morte e la risurrezione di Cristo, e l'espiazione così compiuta, mi permetto di fare riferimento a Ebrei 9:7 e Ebrei 9:24 , che trascriverò qui, perché è la chiave di tutto questo capitolo.
"Nel secondo [tabernacolo] il sommo sacerdote andava da solo una volta all'anno, non senza sangue, che offriva per sé e per gli errori del popolo. Lo Spirito Santo significava questo, che la via nel più santo di tutti non era tuttavia reso manifesto, mentre era ancora in piedi il primo tabernacolo: che era una figura per il tempo allora presente, in cui si offrivano sia doni che sacrifici che non potevano rendere perfetto colui che faceva il servizio, come pertinente alla coscienza; che stava solo nelle carni e nelle bevande, nelle varie abluzioni e nelle ordinanze carnali imposte loro fino al tempo della riforma, ma essendo venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, per mezzo di un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, vale a dire, non di questo edificio, né per il sangue di capre e vitelli, ma per il suo stesso sangue;è entrato nel luogo santo, avendoci ottenuto la redenzione eterna.
Perché Cristo non è entrato nei luoghi santi fatti con le mani, che sono le figure del vero; ma nel cielo stesso, per apparire ora alla presenza di Dio per noi: né ancora perché offra se stesso spesso, come il sommo sacerdote entra ogni anno nel luogo santo con il sangue degli altri; (poiché allora deve aver sofferto spesso fin dalla fondazione del mondo); ma ora, una volta alla fine del mondo, è apparso per cancellare il peccato mediante il sacrificio di se stesso».