Commento biblico di Adam Clarke
Matteo 26:42
Se ne andò di nuovo una seconda volta e pregò, dicendo: O Padre mio, se questo calice non può passare da me, se non lo bevo, sia fatta la tua volontà. O Padre mio, se questo calice non può passare da me - Se non è possibile - riscattare l'uomo caduto, se non bevo questo calice, se non patisco la morte per loro; sia fatta la tua volontà - sono contento di soffrire qualunque cosa sia necessaria per realizzare il grande disegno.
In questo discorso appare più evidentemente l'umanità di Cristo; perché solo la sua umanità poteva soffrire; e se non risultava che avesse provato queste sofferenze, sarebbe stata una presunzione che non avesse sofferto, e quindi non facesse espiazione. E se non fosse apparso perfettamente rassegnato in queste sofferenze, il suo sacrificio non avrebbe potuto essere un libero arbitrio, ma un'offerta vincolata, e quindi inutile per la salvezza dell'umanità.