Commento biblico di Adam Clarke
Matteo 6:22
La luce del corpo è l'occhio: se dunque il tuo occhio è solo, tutto il tuo corpo sarà illuminato. La luce del corpo è l'occhio - Cioè, l'occhio è per il corpo ciò che il sole è per l'universo di giorno, o una lampada o una candela per una casa di notte.
Se - il tuo occhio è unico - Απλους, semplice, non composto; cioè così perfetto nella sua struttura da vedere gli oggetti distintamente e chiaramente, e non confusamente, o in luoghi diversi da come sono, come spesso avviene in certi disturbi dell'occhio; un oggetto che appare due o più - oppure in una situazione diversa, e di un colore diverso da quello che realmente è. Questo stato dell'occhio è chiamato, Matteo 6:23 , πονηρος male, i.
e. malato o difettoso. Un malocchio era una frase in uso, tra gli antichi ebrei, per indicare un uomo o una disposizione invidioso, avido; un uomo che si lagnava della prosperità del suo prossimo, amava il proprio denaro e non faceva nulla in via di carità per amore di Dio. Il nostro benedetto Signore, tuttavia, estende e sublima questo significato, e usa l'occhio sano come metafora per indicare quella semplicità di intenzione e purezza di affetto con cui gli uomini dovrebbero perseguire il sommo bene.
Non si può tracciare più di una retta tra due punti indivisibili. Puntiamo alla felicità: si trova in una sola cosa, il Dio indivisibile ed eterno. Se la linea della semplice intenzione sarà diretta a lui, e l'anima vi camminerà, con purezza d'affetto, tutto l'uomo sarà luce nel Signore; i raggi di quell'eccellente gloria irradieranno la mente, e attraverso tutto lo spirito sarà trasfusa la natura divina.
Ma se una persona che ha goduto di questo tesoro celeste permette alla sua semplicità di intenzione di deviare dal bene celeste a quello terreno; e la sua purezza d'affetto sarà contaminata dall'ambizione mondana, dai profitti secolari e dalle gratificazioni animali; allora, la luce che era in lui diventa tenebra, cioè il suo discernimento spirituale si allontana, e la sua unione con Dio è distrutta: tutto è solo un palpabile oscuro; e, come un uomo che ha perso totalmente la vista, cammina senza direzione, certezza o conforto.
Questo stato è intimato con la massima forza nell'esclamazione di nostro Signore: Che grande oscurità! Chi può descrivere adeguatamente la miseria e la miseria di quell'anima che ha perso la sua unione con la fonte di ogni bene, e, perdendo questa, ha perso la possibilità della felicità finché non sia di nuovo dato l'occhio semplice e la linea retta ancora una volta disegnato.