Prendi con te le parole e rivolgiti al Signore: digli: Togli ogni iniquità e accoglici con grazia: così renderemo i vitelli delle nostre labbra. Porta con te le parole - E puoi star certo che preghi bene, quando usi le parole che Dio stesso ti ha messo in bocca. Su questo stesso terreno c'è una potenza del Padre Nostro, offerto con fede, al di là di ciò che si può trovare in qualsiasi composizione umana. E si può presumere che sia stata questa considerazione a indurre i nostri riformatori a introdurla così frequentemente nella liturgia pubblica.

Vedi l'ordine delle indicazioni di Dio qui: -

1. Ascoltando questi misericordiosi inviti, credeteli veri.

2. Metti da parte i tuoi idoli; e ritorna a Dio come tuo Creatore, Re e Salvatore.

3. Porta con te le parole dalle quali sei stato incoraggiato e invocale davanti a Dio.

4. Ricorda la tua iniquità, deplorala profondamente e implora Dio di portarla via.

5. La fede sia in esercizio per ricevere ciò che Dio attende di impartire. "Ricevici gentilmente;" וקח טוב vekach tob, ricevi o riceviamo il bene; quando ci avrai svuotato del male, riempici di bene.

6. Siate dunque determinati, per grazia, a vivere alla sua gloria, «così ti renderemo i vitelli» (פרים parim, per cui le versioni in genere leggono פרי peri, frutti, omettendo il mem) «delle nostre labbra; " i sacrifici di lode, di ringraziamento, di gratitudine e la cordiale obbedienza che le nostre labbra hanno spesso promesso.

7. Avendo così deciso, specifica i tuoi propositi di dipendere da Dio solo per tutto ciò che può renderti saggio, utile, santo e felice. Le risoluzioni sono: -

1. Assur non ci salverà - Non avremo né fiducia né timore in questo re ricco e potente. Non cercheremo né le ricchezze né il potere per il vero riposo e la pace della mente.

2. Non cavalcheremo su cavalli - Non fisseremo più le nostre speranze sull'orgogliosa cavalleria egiziana, per liberarci dalle mani dei nemici ai quali la tua divina giustizia ci ha consegnato. Non ci aspetteremo né riposo né felicità nell'eleganza della vita e nella gratificazione dei nostri sensi.

3. Né diremo più all'opera delle nostre mani, Voi siete i nostri dei - Non confidiamo in nulla senza di noi; né in alcun bene che possiamo fare per la tua grazia; sapendo che non abbiamo altro che ciò che abbiamo ricevuto. Confidiamo nella tua infinita misericordia per la nostra salvezza finale.

4. E faremo tutto questo dalla convinzione che in te l'orfano trova misericordia; poiché siamo tutti allo stesso modo indifesi, desolati, orfani che periscono, finché non saranno tradotti nella tua famiglia.

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