Commento biblico di Adam Clarke
Romani 4:16
Perciò è per fede, perché sia per grazia; alla fine la promessa potrebbe essere sicura per tutto il seme; non solo a ciò che è della legge, ma anche a ciò che è della fede di Abramo; che è il padre di tutti noi, Perciò è per fede, perché sia per grazia - Per questo la promessa è misericordiosamente fondata, non sull'obbedienza a una legge, ma sull'infinita bontà di Dio: e così la promessa è certo a tutto il seme - a tutti, sia ebrei che gentili, che, credendo in Cristo Gesù, hanno diritto a tutte le benedizioni contenute nell'alleanza abramitica.
Tutto il seme comprende necessariamente tutta l'umanità. Dei Gentili non ci possono essere dubbi, poiché la promessa fu fatta ad Abramo mentre era un Gentile; e si può dedurre la salvezza dei Giudei, perché tutti sono scaturiti da lui dopo essere diventato erede della giustizia o giustificazione che si riceve per fede; poiché egli è il padre di tutti noi, sia Giudei che Gentili. Il Dr. Taylor ha una nota eccellente su questo verso.
«Qui», dice, «si deve ben osservare che fede e grazia si deducono vicendevolmente e necessariamente l'un l'altra. Perché la grazia e il favore di Dio, per sua natura, richiedono la fede in noi; e la fede da parte nostra, nella propria natura, suppone la grazia o il favore di Dio. Se una benedizione è un dono di Dio, per influenzare il nostro carattere e il nostro comportamento, allora, nella natura stessa delle cose, è necessario che siamo sensibili a questa benedizione, e persuaso della grazia di Dio che lo concede, altrimenti non è possibile migliorarlo.
D'altra parte, se la fede nella bontà di Dio, rispetto a qualsiasi benedizione, è il principio delle nostre speranze e azioni religiose, allora ne segue che la benedizione non è dovuta in stretta giustizia, né in base alla legge, ma che è il dono gratuito della bontà divina. Se la promessa ad Abramo e alla sua discendenza è di fede da parte loro, allora è di grazia da parte di Dio. Ed è di fede, che sia per grazia: la grazia, essendo la mera buona volontà del donatore, è libera e aperta a tutti coloro che sceglie di farne gli oggetti: e la divina sapienza ha posto la fede come condizione della promessa; perché la fede è, da parte nostra, il principio più semplice, recante un'esatta corrispondenza alla grazia, e giungendo fin dove può estendersi; che così i felici effetti della promessa potrebbero estendersi in lungo e in largo, prendere la più grande bussola,