Commento biblico di Adam Clarke
Romani 5:20
Inoltre entrò la legge, affinché il reato potesse abbondare. Ma dove abbondò il peccato, molto più abbondò la grazia: è entrata la legge affinché (ἱνα) abbondisse l'offesa - Dopo aver considerato varie opinioni circa il vero significato di questo versetto, (vedi sotto Romani 5:12 (nota)), sono indotto preferire il mio, come il più semplice.
Per legge intendo la legge mosaica. Entrando, παρεισηλθεν, o meglio entrando di nascosto, cfr Galati 2:4, (l'unico luogo in cui si verifica inoltre), comprendo l'uso temporaneo o limitato di quella legge, che era, per quanto riguarda i suoi riti e cerimonie, confinata al popolo ebraico, e a loro solo fino alla venuta del Messia ; ma considerata come la legge morale, o regola della coscienza e della vita, essa si è insinuata nel suo spirito e potenza, introdotta in ogni coscienza, affinché il peccato abbondi, affinché appaia la vera natura, deformità ed estensione del peccato; poiché dalla legge è la conoscenza del peccato: poiché come possono essere accertate le deviazioni più fini da una linea retta, senza l'applicazione di un noto regolo? Senza questa regola del diritto, il peccato non può essere conosciuto che in modo generale; le innumerevoli deviazioni dalla rettitudine positiva possono essere conosciute solo mediante l'applicazione dei giusti statuti di cui la legge è composta.
Ed era necessario che si desse questa legge, perché si vedesse la vera natura del peccato, e gli uomini fossero più preparati ad accogliere il Vangelo; trovando che questa legge opera solo ira, cioè denuncia la punizione, poiché tutti hanno peccato. Ora, è saggiamente ordinato da Dio, che dovunque vada il Vangelo, là vada anche la legge; entrando in ogni dove, affinché si veda abbondare il peccato, e gli uomini possano essere condotti alla disperazione della salvezza in qualsiasi altro modo o in qualsiasi modo che non siano quelli proposti nel Vangelo di Cristo.
Così il peccatore diventa un vero penitente, e si rallegra, vedendo incombere sulla sua anima la maledizione della legge, di rifugiarsi nella speranza che gli è posta dinanzi nel Vangelo. Sul significato di ἱνα, in vari luoghi, vedi Crisosto. vol. ii. P. 241. Vedi anche Hammond sulla parola nelle sue note sul Nuovo Testamento.
Ma dove abbondò il peccato - Sia nel mondo, sia nel cuore dell'individuo, scoperta da questa legge purissima e giusta, molto più abbondò la grazia: non solo il perdono per tutto ciò che è passato è offerto dal Vangelo, affinché tutte le trasgressioni per le quali l'anima è condannata a morte dalla legge, sono liberamente e pienamente perdonate; ma anche lo Spirito Santo, nell'abbondanza dei suoi doni e delle sue grazie, si comunica, in modo da preparare il ricevente ad un peso eccelso ed eterno di gloria.
Così la grazia del Vangelo non solo redime dalla morte e restituisce la vita, ma introduce l'anima in tale relazione con Dio e in una tale partecipazione di gloria eterna, come non abbiamo autorità per credere mai sarebbe stata la parte anche di Adamo stesso, se avesse ritenuto eternamente la sua innocenza. Così, dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia.