Poiché in quanto è morto, è morto al peccato una volta; ma in quanto vive, vive per Dio. Morì al peccato una volta - Su questa clausola Rosenmuller parla così: "Τῃ ἁμαρτιᾳ απεθανεν εφαπαξ· propter peccatum mortuus est semel, et quidem misera morte. Τῃ ἁμαρτιᾳ, cioè ὑπερ της ἁμαρτιας, ad expianda peccata; res homine docetαποθνησκεινο , aliter Christum: amat Paulus parallelismum, in quo interpretando multa cautela opus est.

" "Egli è morto al peccato una volta: cioè è morto a causa del peccato, e veramente una morte miserabile. Τῃ ἁμαρτιᾳ, è lo stesso di ὑπερ της ἁμαρτιας, per l'espiazione dei peccati. Il buon senso ci insegna che gli uomini muoiono al peccato in un certo senso; Cristo in un altro: S. Paolo ama i parallelismi, nella cui interpretazione occorre molta cautela." Da tutta la portata del discorso dell'apostolo è chiaro che egli considera la morte di Cristo come morte o sacrificio per il peccato; a offerta per il peccato: in questo senso nessun uomo è mai morto per il peccato, né potrà mai morire.

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