Commento biblico di Adam Clarke
Romani 6:5
Se infatti siamo stati piantati insieme a somiglianza della sua morte, saremo anche a somiglianza della sua risurrezione: Se infatti siamo stati piantati insieme - Συμφυτοι γεγοναμεν. Il dottor Taylor osserva che la nostra traduzione non esprime completamente il significato dell'apostolo. Τα συμφυτα sono piante che crescono, l'una sopra e l'altra, traendo linfa e nutrimento da essa, come il vischio sulla quercia, o il rampollo sul ceppo in cui è innestato.
Tradurrebbe quindi le parole: Poiché se siamo stati coltivatori insieme a Cristo a somiglianza della sua morte, (o in ciò che è simile alla sua morte), saremo anche coltivatori insieme a lui a somiglianza della sua risurrezione; o in ciò che è come la sua risurrezione. La considera una bella metafora, tratta dall'innesto, o dal far crescere il rampollo insieme a un nuovo ceppo.
Ma se prendiamo la parola piantata nel suo senso comune, troveremo che è una metafora bella ed espressiva quanto la prima. Quando il seme o la pianta si inserisce nel terreno, trae da quel terreno tutto il suo nutrimento, e tutti quei succhi dai quali si sviluppa; per cui aumenta di grandezza, diventa solido, forte e vigoroso; e mette le foglie, i fiori e i frutti. La morte di Gesù Cristo è rappresentata come la causa da cui deriva la sua fecondità, come l'autore della salvezza eterna per l'umanità; e i veri credenti in lui sono rappresentati come piantati nella sua morte, e crescendo da essa; traendone la crescita, il vigore, la fermezza, la bellezza e la fecondità.
In una parola, è con la sua morte che Gesù Cristo redime un mondo perduto; ed è da quella morte vicaria che i credenti traggono quel perdono e quella santità che li rende tanto felici in se stessi, e tanto utili agli altri. Questa morte sacrificale è il terreno in cui sono piantati; e da cui derivano la loro vita, fecondità e la loro gloria finale.