Ora dunque non sono più io che lo faccio, ma il peccato abita in me. Ora dunque non sono più io - non è io che costituisce la ragione e la coscienza, ma le inclinazioni corrotte e sensuali del peccato, che abitano in me - che ha tutto il dominio sulla mia ragione, oscurando il mio intelletto e pervertendo il mio giudizio ; per cui c'è condanna nella legge, ma nessuna cura. Così troviamo qui che c'è un principio nell'uomo non rigenerato più forte della ragione stessa; principio che, propriamente parlando, non è dell'essenza dell'anima, ma agisce in essa, come suo signore, o come tiranno. Questo è peccato congenito e insito - il seme del serpente; per cui tutta l'anima è ottenebrata, confusa, pervertita ed eccitata alla ribellione contro Dio.

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