Uno di loro, anche un loro profeta, disse: I Cretesi sono sempre bugiardi, bestie malvagie, pance lente. Uno di loro, anche un loro profeta - Questo era Epimenide, che nacque a Gnosso, a Creta, e fu considerato da molti il ​​settimo saggio della Grecia, invece di Periandro, al quale quell'onore fu da loro negato. Di questo poeta si raccontano molte cose favolose, che qui non è opportuno notare.

Morì circa 538 anni prima dell'era cristiana. Quando San Paolo lo chiama un loro profeta, si limita a insinuare che era, dai Cretesi, reputato un profeta. E, secondo Plutarco, (in Solone), i Cretesi gli hanno reso onori divini dopo la sua morte. Diogene Laerzio cita alcune delle sue profezie: vedendo il forte di Munichia, che custodiva il porto di Atene, gridò: "O uomini ignoranti! Se solo sapessero quali massacri causerà questo forte, lo abbatterebbero con i loro denti! " Questa profezia si adempì molti anni dopo, quando il re Antipatro mise una guarnigione proprio in questo forte, per tenere gli Ateniesi sottomessi. Vedi Diog. Laert., lib. ip 73.

Platone, De Legibus, lib. ii., dice che, sugli Ateniesi che esprimevano grande paura dei Persiani, Epimenide li incoraggiò dicendo "che non dovrebbero venire prima di dieci anni, e che dovrebbero tornare dopo aver subito grandi disastri". Si supponeva che questa previsione si fosse avverata nella sconfitta dei Persiani nelle battaglie di Salamina e Maratona.

Predisse agli Spartani e ai Cretesi la prigionia alla quale un giorno sarebbero stati ridotti dagli Arcadi. Ciò avvenne sotto Euricrate, re di Creta, e Archidamo, re di Lacedemon; vedi Diog. Laert., lib. ip74, modifica. Meibom.

Fu in conseguenza di queste profezie, vere o false, che i suoi connazionali lo stimarono profeta; che fu chiamato ανηρ αθειος, un uomo divino, da Platone; e che Cicerone, De Divin., lib. i., dice di essere futura praesciens, et vaticinans per furorem: "Conobbe eventi futuri, e profetizzò sotto un'influenza divina". Queste cose bastano a giustificare l'epiteto di profeta, qui datogli da san Paolo. Si può anche notare che vates e poeta, profeta e poeta, erano termini sinonimi presso i romani.

I Cretesi sono sempre bugiardi - Le parole qui citate dall'apostolo sono, secondo san Girolamo, Socrate, Niceforo e altri, tratte da un'opera di Epimenide, ora non più esistente, intitolata Περι χρησμων· Riguardo agli oracoli. Le parole formano un verso esametro: -

αει ψευσται, κακα θηρια, γαστερες αργαι.

I Cretesi sono sempre bugiardi; bestie feroci distruttive; golosi pigri.

Che i Cretesi fossero ritenuti egregi bugiardi, molti degli antichi dichiarano; tanto che Κρητιζειν, agire come un cretese, significa mentire; e χρησθαι Κρητισμῳ, ingannare. Gli altri greci li reputavano bugiardi, perché dicevano che tra loro c'era il sepolcro di Giove, che era l'oggetto più alto del culto greco e romano. Dicendo questa verità, che tutti gli altri avrebbero dovuto far passare per menzogna, i Cretesi dimostrarono che l'oggetto della loro più alta ammirazione era solo un morto.

Bestie malvagie - Feroci e distruttivi nei loro modi.

Pance lente - Dipendente dalla voluttà, dall'ozio e dalla gola; uomini pigri o pigri.

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