Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
1 Re 10:1
La regina di Saba. — Il nome “Sheba” deve essere distinto da Seba , o Saba (che inizia con una diversa lettera ebraica), ( a ) Il nome Seba denota una razza cusita ( Genesi 10:7 ), collegata, in Isaia 43:3 ; Isaia 45:14 , con Egitto e Cush, e chiamato con Sheba ("i re di Saba e Seba") nel Salmo di Salomone ( Salmi 72:10 ).
Seba è, infatti, con grande probabilità identificata (vedi Jos. Ant. ii. 10, 2) con la città etiope e l'isola di Meroë. È probabilmente dalla confusione tra Saba e Saba che Giuseppe Flavio (Ant. viii. 6, 5) rappresenta la regina di Saba come una "regina d'Egitto e d'Etiopia". ( b ) Il nome "Sheba" si trova negli elenchi etnologici di Genesi 10:7 , tra i discendenti di Cush della razza camita, in Genesi 10:28 , tra i Joktaniti semitici, e in Genesi 25:3 , tra i Figli abramitici di Keturah.
Il regno di Saba a cui si fa riferimento in questo passaggio deve certamente essere collocato nell'Arabia Felice, l'abitazione della razza ioktanita (in cui i Keturahiti sembrano essere stati fusi), poiché il Cushita Saba si trova probabilmente altrove nel Golfo Persico. La regina di Saba sarebbe quindi di razza semitica, non del tutto estranea al ceppo di Abramo.
La fama di Salomone riguardo al nome del Signore. — Se la lettura del testo è corretta, la frase «riguardo: al nome del Signore» (a cui nulla corrisponde in 2 Cronache 9:1 ) deve riferirsi al collegamento costante della fama di Salomone — soprattutto in rapporto con la sua sapienza, che qui è principalmente riferita — con il nome di Geova, come il Dio al quale, nell'erezione del Tempio, dedicò sia il suo tesoro che se stesso.
Domande difficili - o, indovinelli. Le leggende arabe conservate nel Corano enumerano un elenco di domande e di enigmi, proposto dalla regina e risposto da Salomone, troppo puerile per valere la pena menzionarlo. Le “domande dure” (in cui Salomone è detto da Giuseppe Flavio abbia avuto una gara anche con Hiram) devono essere state sicuramente piuttosto quei detti enigmatici e metaforici, così familiari alla filosofia orientale, in cui i risultati della speculazione, metafisica o religiosa, sono concretamente incarnati.
Gli scritti che rappresentano l'età di Salomone — Giobbe, Proverbi e (qualunque sia la sua data effettiva) Ecclesiaste — si occupano tutti di questi grandi problemi, morali e speculativi, che appartengono all'umanità in quanto tale, specialmente nella sua relazione con Dio. Nel risolvere questi problemi, piuttosto che l'ingegnosità semplicemente fantastica di quelli che chiamiamo enigmi, sarebbe degnamente impiegata la saggezza di Salomone.