Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
1 Re 12:27-28
In questi versetti è registrata l'adozione della politica fatale che ha fatto sì che Geroboamo fosse tramandato nei sacri annali come "il figlio di Nebat, che fece peccare Israele". Finora la sua nuova regalità era stata inaugurata sotto una sanzione divina, sia ricevendo una distinta promessa di permanenza e benedizione ( 1 Re 11:37 ), sia protetta da un'aperta interferenza profetica, nel momento critico in cui la sua forza mal consolidata potrebbe sono stati schiacciati.
Né è improbabile che possa essere stato sostenuto da una sana reazione contro l'idolatria, oltre che contro il dispotismo, di Salomone. Ora, insoddisfatto di queste sicurezze del suo regno, e desideroso di rafforzarlo con un audace colpo di politica, fa il passo che guasta la luminosa promessa della sua ascesa. Eppure la politica era estremamente naturale. In Israele, al di là di tutte le altre nazioni, la fedeltà civile e religiosa erano indissolubilmente unite; era quasi impossibile vedere come l'esistenza nazionale separata avrebbe potuto essere sostenuta senza la creazione, o (come potrebbe sembrare) la rinascita, di santuari locali per rivaleggiare con la sacralità di Gerusalemme.
Né era apparentemente grave la violazione della legge divina. L'adorazione a Dan e Betel non era l'adorazione sanguinaria e sensuale di falsi dèi, ma l'adorazione del Signore Geova sotto forma di un emblema visibile, inteso come sostituto dell'arca e dei cherubini adombranti. Si sarebbe potuto sostenere plausibilmente che, per svezzare Israele da ogni tentazione agli abomini introdotti da Salomone, era necessario dare alla loro fede il sostegno visibile di questi grandi santuari locali e degli "alti luoghi" minori che sarebbero naturalmente seguiti.
Ma l'occasione era il momento critico della scelta tra una politica mondana – “fare il male affinché venga il bene” – e il cammino più alto e arduo della semplice fede nella promessa di Dio, e l'obbedienza al comando volto a proteggere la purezza e la spiritualità di Il suo culto. Il passo, una volta compiuto, non fu mai più ripercorso. Eminentemente riuscito nel suo scopo immediato di rendere irreparabile la separazione, acquistò il successo al prezzo, in primo luogo, della distruzione di ogni unità religiosa in Israele, e poi di una corruzione naturale, aprendo subito la porta all'idolatria, e poi al apostasia più grossolana, contro la quale professava di proteggersi.
Occorreva la fede di Davide - come dimostrato, ad esempio, nella paziente acquiescenza al divieto dell'erezione di un Tempio come gloria spirituale del suo regno - per assicurarsi la promessa di "una casa sicura, come per Davide". Quella promessa era ormai persa per sempre.