I corvi.— Dell'esattezza di questa resa, che è quella di quasi tutte le versioni antiche e di Giuseppe Flavio, ci sono pochi dubbi. Le interpretazioni singolarmente prosaiche, sostituite a questa sorprendente e significativa testimonianza di miracolo da alcuni scrittori antichi e moderni (adottando lievi variazioni dei punti vocalici ebraici) - come "arabi", "mercanti", "abitanti di una città Orbi o la roccia Oreb” – sembrano essere sorti semplicemente dal desiderio di liberarsi di quello che sembrava uno strano miracolo, a costo (sia osservato) di sostituirlo con una grossolana improbabilità; poiché come si può supporre che tale regolare sostentamento per mano umana del profeta perseguitato abbia potuto continuare di fronte alla gelosa vigilanza del re? Ma è inutile cercare di spiegare una meraviglia in una vita e in un'epoca brulicanti di miracoli.

È notevole, infatti, che il periodo critico della grande apostasia di Baal, e della lotta di Elia ed Eliseo contro di essa, sia la seconda grande epoca di miracolo registrato nell'Antico Testamento - l'epoca ancora più critica di Mosè e Giosuè essendo il primo. Non è meno ozioso stabilire che questo o quel miracolo è così improbabile, da introdurre qualche difficoltà di accettazione che non si applica ai miracoli in generale.

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