(19-22) La visione simbolica di Michea, che richiama naturalmente la nota descrizione in Giobbe 1:6 del rapporto di Satana con il Signore stesso, è da prendere come simbolo, e niente di più. (Giuseppe, abbastanza caratteristicamente, lo omette del tutto.) L'unica idea da trasmettere è l'illusione dei falsi profeti da parte di uno spirito del male, come giudizio di Dio sul peccato di Acab, e sulla loro degradazione dell'ufficio profetico. L'immagine è presa in prestito dall'occasione. È ovviamente tratto dall'analogia di una corte reale, dove, come accade davanti agli occhi di Michea, il re cerca consiglio contro i suoi nemici.

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