Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
1 Re 8:12
Il Signore ha detto... — Le parole di Salomone, tuttavia, come è naturale in un momento di timore misto e gratitudine, in qualche modo spezzate e brusche, sono abbastanza chiare nel loro significato generale e nella loro connessione. Si riferisce alle frequenti dichiarazioni fatte nei tempi antichi che la nuvola è il simbolo della presenza interiore di Dio (come Esodo 19:9 e Levitico 16:2 );
riconosce nell'apparizione della nuvola il segno che la presenza divina è concessa al Tempio; e di conseguenza esulta nella prova che la sua opera preordinata si compie mediante la costruzione di una casa, una “casa stabile” per il Signore. La descrizione della nuvola come "spessa oscurità", non contraddice in alcun modo l'idea della gloria che risplende attraverso di essa; poiché gli occhi umani sono facilmente “oscurati dall'eccesso di luce.
Questa mescolanza di luce e oscurità simboleggia, forse in modo più sorprendente persino dell'oscurità letterale del Luogo Santissimo, il mistero che vela la presenza di Dio, noto per essere e infinitamente glorioso, ma nella sua natura incomprensibile.
Thenio, da un'unica versione caldea, suggerisce per "bue tenebre" la correzione "Gerusalemme"; soffermandosi sulla più stretta armonia della lettura con 1 Re 8:16 , citando la promessa di Salmi 132:13 (ivi strettamente connessa con la grande promessa di Davide), e sollecitando la verosimiglianza della citazione di questa promessa da parte di Salomone, e la maggiore semplicità così data a tutta la sua espressione.
Il suggerimento è geniale; ma manca di autorità, sia esterna che interna. La LXX., nel manoscritto alessandrino. (perché il manoscritto vaticano omette il tutto), e la Vulg. d'accordo con il testo ebraico; e Giuseppe, sebbene dia una parafrasi verbosa della preghiera, evidentemente aveva davanti a sé la nostra lettura, poiché contrappone il mistero e l'ubiquità della presenza divina con il santuario materiale. Né è facile concepire come da un passo così semplice e prosaico, come questo sarebbe con la lettura “Gerusalemme”, sia potuta nascere la lettura più difficile, ma molto più suggestiva, del presente testo.