v.

(1) Non rimproverare un anziano, ma trattarlo come un padre. — Due terzi della prima Lettera di san Paolo a Timoteo sono stati occupati da indicazioni, ammonimenti ed esortazioni circa i doveri pubblici connessi con l'ufficio di sovrintendente presbitero, o vescovo, di una chiesa come quella di Efeso; da queste direzioni, in connessione con l'insegnamento pubblico e la vita ufficiale nella chiesa, l'Apostolo passa a parlare dei rapporti privati ​​che uno nella posizione di Timoteo dovrebbe mantenere con i singoli membri della congregazione.

E, in primo luogo, lo mette in guardia contro uno zelo mal riposto, che potrebbe spingerlo a comportamenti sconvenienti verso chi è più grande di lui. Il giovane servitore di Cristo, entusiasta e ardente, vedrebbe con dolore e sgomento le mancanze di molti membri più anziani del suo gregge e, dimenticando di fare una saggia considerazione per l'addestramento, il pensiero e le abitudini precedenti, sarebbe probabilmente, incautamente e forse ingiustamente , per trovare un difetto.

Nei casi dei suoi anziani - poiché il riferimento è più all'età che all'ufficio, come risulta dal richiamo di 1 Timoteo 5:2 , 1 Timoteo 5:2 , rivolto alle "donne anziane" - invece di un aperto rimprovero, usi rispettoso e suppliche affettuose, alla maniera di un figlio, non di un funzionario.

I giovani come fratelli. — E per quanto riguarda i giovani cristiani di Efesua, non siano alienati da un'assunzione di dignità da parte del primo presbitero della Chiesa. I suoi rapporti con questi membri più giovani della famiglia di Cristo siano piuttosto quelli di un fratello e di un amico che di un superiore per rango e dignità.

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