Non bere più acqua, ma usa un po' di vino per il tuo stomaco e le tue infermità spesso. — Coloro che sostengono che questa Lettera sia stata la composizione artificiale di un'epoca successiva a san Paolo, e sia stata scritta in gran parte per sostenere lo sviluppo gerarchico, che, a loro dire, si è manifestato solo nel secolo dopo la morte di san Paolo, hanno non poca difficoltà a rendere conto della presenza di un comando come questo.

Si spiega, infatti, solo supponendo che la lettera sia stata, in verità, scritta da san Paolo a Timoteo in tutta libertà e in tutto amore: dall'uomo più anziano e più esperto, all'uomo più giovane e relativamente inesperto: dal maestro all'allievo: da un vecchio e fidato amico, abituato a dire tutto quello che pensa, a uno inferiore per anni, per grado, per conoscenza. Nessun falsario ecclesiastico del II o III secolo si sarebbe sognato, o, se avesse sognato, avrebbe osato intessere nel complicato arazzo di una tale Epistola un'accusa come "Non bere più acqua, ma usa un po' di vino - considerando la tua spesso infermità”.

Il richiamo è stato, senza dubbio, suggerito dalle stesse parole di san Paolo, con le quali ha chiuso la sua solenne direzione sui rapporti di Timoteo con i presbiteri accusati e la cura da usare nell'imposizione delle mani: "Mantieniti puro". Che Timoteo possedesse - come il suo maestro Paolo - un corpo debole, è chiaro dalle parole "le tue spesso infermità". Stava, soprattutto, considerata la sua grande posizione in quella chiesa in crescita, ricordarsi di “ mantenersi puro, ma non per questo osservare l'astinenza ascetica, e così indebolire inutilmente il corpo fragile, perituro, forse sempre morente, in cui deve lavorare quella grande opera affidatagli nella chiesa del maestro.

L'astinenza dal vino era una caratteristica ben nota degli esseni e di altre sette ascetiche ebraiche. Sappiamo che c'era frequente intercomunione tra Alessandria ed Efeso (vedi Atti degli Apostoli 18:24 ); ed è stato anche ipotizzato che Apollo, che insegnò pubblicamente a Efeso, fosse egli stesso un famoso maestro esseno.

La pratica di questi ebrei seri e ascetici, molti dei quali divennero cristiani, influenzò senza dubbio non poco le abitudini e il tono di pensiero delle congregazioni efesine. Di qui la necessità dell'ammonimento di san Paolo contro l'indebolimento del potere corporeo attraverso l'astinenza e l'ascesi estrema.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità