Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
2 Timoteo 2:10
Perciò sopporto ogni cosa per amore degli eletti. — Meglio reso, Per questa causa sopporto , &c. — cioè, sopporto ogni cosa affinché la «parola di Dio», che, a differenza del suo predicatore, ho appena dichiarato senza vincoli, — affinché quella «parola» sia largamente diffusa e diffusa: poiché per questo motivo, come soldato fedele al mio posto, sopporto con coraggio tranquillo e paziente la sofferenza; e lo faccio per gli eletti, cioè per coloro che, nella sua infinita misericordia, Dio si è compiaciuto di scegliere come suo popolo, per coloro che, nel suo insondabile amore, devono ancora essere portati nell'unico ovile.
E questa coraggiosa e tenace perseveranza da parte di san Paolo contribuì a promuovere i progetti di Dio per radunare questi eletti in questo modo: (1) La sua perseveranza, la sua paziente, valorosa testimonianza nella sofferenza, sarebbero servite da esempio a molti, non solo alla generazione allora vivente, ma a innumerevoli uomini e donne non ancora nati; e (2) la sua fedele, vera predicazione, ora che la sua voce era stata zittita, in scritti come questa Lettera a Timoteo, avrebbe aiutato, attraverso i secoli a venire, ad attirare innumerevoli altri, secondo i consigli divini, in comunione con Cristo.
La domanda è stata spesso posta, se quegli "eletti" o chi l'Apostolo ha sopportato queste cose, quando ha scritto queste parole, erano credenti. Questo punto è già stato toccato; si può, tuttavia, qui rispondere, con una certa certezza, che gli "eletti" di cui si parla qui includono sia i credenti che i non credenti. Il primo, il credente, sarebbe stato edificato in tutti i tempi dalla contemplazione della costanza nella sofferenza di S.
Paolo; il secondo, il miscredente, sarebbe stato conquistato alla fede dagli argomenti e dalle esortazioni divinamente ispirati che il valoroso vecchio pronunciava o scriveva incessantemente in prigione proprio come quando era libero. Come potrebbe uno come san Paolo, che era cosciente di aver vinto lui stesso la “salvezza”, non sopportare pazientemente ogni cosa, se tale sopportazione poteva aiutare gli eletti a ottenere quella salvezza che liberava coloro che l'ottenevano dalla miseria del peccato e morte, e che d'altronde — o beato pensiero! — aveva la prospettiva sicura della gloria eterna?