Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
2 Timoteo 2:22
Fuggi anche le passioni giovanili. — Ma colui che diventerebbe davvero un “vaso d'onore” in quella grande casa di Dio, deve fare di più che separarsi da ogni comunione e amicizia esteriore con gli uomini che, con il loro insegnamento e con la loro vita, hanno disonorato la religione del Maestro . C'era un lavoro interiore da compiere, così come una protesta esteriore e più pubblica da fare.
Deve combattere e vincere quelle concupiscenze, passioni e desideri che sono più particolarmente allettanti per coloro che sono ancora nel meridiano della vita. Che Timoteo non fosse ormai all'inizio della virilità è già stato dimostrato. A quel tempo, probabilmente, aveva tra i trenta ei quaranta anni. Queste concupiscenze giovanili non si limitano affatto a quei vari e fatali eccessi riassunti nel settimo comandamento.
Una vittoria su questi, naturalmente, è imperativamente necessaria per uno che sarebbe "utile" nella casa del suo Dio: ma tale uno deve esercitarsi a sottomettere altre e molto più sottili concupiscenze di quelle incluse in queste. Deve essere vigile e reprimere ogni cupidigia, sia di rango che d'oro; tutto il desiderio di spettacoli vuoti; tutto orgoglio, presunzione, prontezza all'offesa; tutte le forme affini dell'amore di sé.
Ma segui la giustizia, la fede, la carità. Vedi Nota su 1 Timoteo 6:11 , dove si verifica la stessa carica.
La pace. — Quest'ultima, «pace», deve essere unita alle parole immediatamente seguenti: «con coloro che invocano il Signore», ecc. La "pace" qui significa assenza di contesa: è ben parafrasata da "quella concordia spirituale che unisce tutti coloro che invocano e amano il loro Signore", Teodoreto traccia così una distinzione tra "amore" e "pace": - " È possibile amare tutti, e questo ce lo prescrive la legge evangelica con le parole: 'Amate i vostri nemici:' ma essere in pace con tutti non è possibile.
Le parole “di cuore puro” contrastano quegli uomini santi e umili di cuore che servono Dio senza secondi fini, con quei falsi maestri che osano fare della loro religione un guadagno, una fonte di profitto.