E ogni giorno nel tempio. — Probabilmente, come prima, nel Portico di Salomone; il capitano del Tempio ora agisce sulla risoluzione appena presa, e lascia che il movimento segua il suo corso senza interruzione.

E in ogni casa. — Meglio, come in Atti degli Apostoli 2:46 , a casa: al loro posto, o, forse, luoghi, di incontro.

Insegnare e predicare Gesù Cristo. — Meglio, insegnare e annunziare la buona novella di Gesù Cristo. La parola per "predicare" è letteralmente "evangelizzare", come in Atti degli Apostoli 8:4 ; Atti degli Apostoli 8:12 ; Atti degli Apostoli 8:25 ; Romani 10:15 e altrove.

Poiché i principali membri del Sinedrio scompaiono dalla scena in questa fase, potrebbe essere utile notare le successive fortune di coloro che sono stati importanti fino a questo punto nella storia. (1) Anna visse per vedere cinque dei suoi figli ricoprire l'ufficio di sommo sacerdote (Jos. Ant. xx. 9, § 1); ma la sua vecchiaia fu offuscata dai tumulti sollevati dagli Zeloti sotto Giovanni di Gischala, sotto il regno di Vespasiano, e prima di morire il santuario fu occupato da loro, e divenne in effetti un "covo di ladroni" (Jos.

Guerre, iv. 3, §7). (2) Giuseppe, soprannominato Caifa, suo genero, che doveva la sua nomina a Grato (Jos. Ant. xviii. 2, § 2), fu deposto dal Proconsole Vitellius, AD 36 (Jos. Ant. xviii. 4, § 3), e scompare dalla storia. (3) Su Giovanni e Alessandro si vedano Note sugli Atti degli Apostoli 4:6 .

(4) Gamaliele, che non è menzionato da Giuseppe Flavio, continuò a presiedere il Sinedrio sotto Caligola e Claudio, e si dice che sia morto diciotto anni prima della distruzione di Gerusalemme, e che abbia sancito l'Anatema, o "Preghiera contro gli eretici, ” redatto da Samuel il Piccolo (Lightfoot, Cent. Chorograph, c. 15). Le tradizioni cristiane, tuttavia, lo rappresentano come se fosse stato segretamente un discepolo di Cristo (Pseudo-Clemente, Ricogn.

io. 65), e di essere stato battezzato da Pietro e Paolo, con Nicodemo, rappresentato come suo nipote, e suo figlio Abiba ( Fozio Cod. 171, p. 199). In un racconto leggendario, che si pretende provenire da un sacerdote di Siria, di nome Luciano, accettato da Agostino, appare come aver seppellito Stefano e altri cristiani, ed essere stato sepolto nello stesso sepolcro con il Protomartire e Nicodemo a Caphar-algama (Agosto.

de Civ. Dei xvii. 8, Ser. 318). Più tardi i rabbini lo consideravano l'ultimo dei grandi Maestri o Rabban, e notarono che fino al suo tempo gli uomini avevano insegnato la Legge stando in piedi, mentre in seguito si sedevano. La gloria della Legge, dicevano, era scomparsa con Gamaliele.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità