Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
Galati 3:17
Il compimento della promessa si vede dunque nella dispensa messianica ora iniziata. La Legge, data quattrocentotrenta anni dopo la promessa, non aveva il potere di annullarla.
Questo verso contiene l'inferenza diretta dall'argomento esposto in Galati 3:15 . Quando un documento è stato sigillato, nessuna aggiunta successiva può incidere su di esso. La Legge era successiva alla promessa; pertanto la Legge non può incidere su di essa.
E questo lo dico. — Ora, quello che voglio dire è questo; l'inferenza che intendo trarre è questa.
Confermato davanti a Dio , cioè confermato da Dio prima della data della Legge.
In Cristo. — Queste parole sono omesse nel gruppo dei manoscritti più antichi, e dovrebbero certamente essere cancellate. Se conservata, la traduzione dovrebbe essere: unto Christ — cioè, "in vista di Cristo", trovare il suo compimento in Cristo.
Quattrocentotrenta anni dopo. — La consegna della Legge dal monte Sinai si colloca così quattrocentotrenta anni dopo la data della promessa ad Abramo. Ciò includerebbe i due periodi del soggiorno dei patriarchi in Canaan e il soggiorno in Egitto. Secondo un altro sistema di cronologia, il soggiorno nel solo Egitto durò quattrocentotrenta - o, in cifre tonde, quattrocento - anni.
Così, in Genesi 15:13 , Abramo è avvertito che il suo seme sarà straniero in una terra che non è la loro, e sarà afflitto "quattrocento anni". In Esodo 12:40 si afferma espressamente che “il soggiorno dei figli d'Israele, che dimorarono in Egitto, fu di quattrocentotrenta anni.
In Atti degli Apostoli 7:6, Genesi 15:13 è citata la profezia di Genesi 15:13 : il popolo doveva essere “pregato il male per quattrocento anni”. È da notare, tuttavia, che in Esodo 12:40 , che è il meno ambiguo dei tre passaggi, la L.
XX. e il Pentateuco samaritano aggiunge: "e nel paese di Canaan", in modo da far sì che i quattrocentotrenta anni coprano l'intero dei due periodi, in accordo con il presente passaggio. Si è pensato che un esame della genealogia di Levi favorisca la stessa resa dei conti. Sembrerebbe, però, che vi fossero due sistemi di cronologia realmente attuali. Giuseppe Flavio adotta entrambi in diverse parti dei suoi scritti (comp.
Formica. ii. 15, § 2, con Ant. ii. 9, § 1; Wars, v. 9, § 4), ed entrambi sono rappresentati in altri scrittori del periodo, o non molto più tardi. È possibile che la resa dei conti più breve possa essere nata da difficoltà osservate in quella più lunga, anche se ci si può chiedere se non sollevi essa stessa difficoltà maggiori.