(17-19) Dicci ora, come hai scritto...? — La domanda è stata chiaramente posta come interrogatorio giudiziario. I principi erano ansiosi di accertare fino a che punto ciascuna delle parti interessate fosse responsabile. Baruc aveva esercitato una certa discrezione nello scrivere in modo che le parole fossero sue, sebbene la sostanza fosse di Geremia? oppure aveva, sotto la propria responsabilità, e senza la volontà del profeta, pubblicato quanto era stato scritto in privato? o ogni sillaba letta era uscita dalle labbra del profeta? La risposta dello scriba ha mostrato che l'ultima ipotesi rispondeva ai fatti del caso.

Udito ciò, consigliano, ovviamente con cordialità, a lui e al profeta di nascondersi finché non abbiano visto quale effetto avrebbe avuto la notizia sulla mente del re. Sembrerebbe da Geremia 36:19 che Geremia, sebbene "chiuso" e incapace di entrare nella casa del Signore ( Geremia 36:5 ), non fosse effettivamente così imprigionato da impedirgli di nascondersi.

O, quindi, si deve supporre che si trovasse in una “ libera custodia, che gli offriva agevolazioni per l'evasione, alla quale i principi connivevano, oppure che per “tacere” intendesse solo impedito da una qualche causa. Quest'ultima sembra l'ipotesi più probabile. Nell'occultamento del profeta troviamo un parallelo con quello di Elia e degli altri profeti sotto Acab ( 1 Re 17:3 ; 1 Re 18:4 ), di Policarpo ( Mart. Polyc. c. 5), forse anche di Lutero nel Wartburg.

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