Benedetta sopra le donne. — Giaele sarebbe stata considerata un'eroina patriottica, la cui audacia aveva assicurato a Israele i frutti della sua vittoria. La morale di quella prima età non era sufficientemente illuminata per capire che il tradimento e l'assassinio non sono mai giustificabili, per quanto buono possa essere il fine in vista. Ma, poiché i moralisti seri, anche nel diciannovesimo secolo, hanno ammirato l'omicidio di Marat da parte di Charlotte Corday, e le hanno persino dato il titolo di "l'angelo dell'assassinio", non possiamo certo sorprenderci che Deborah esulti nell'eroismo di Giaele, e nella sua scelta della parte giusta, senza esprimere — forse anche senza il grado di successiva illuminazione morale che l'avrebbe portata a provare — alcuna riprovazione morale dei mezzi con cui il fine è stato raggiunto.

Ma confrontare questo slancio di approvazione patriottica per un simile atto con il saluto di "Benedetta tu fra le donne", rivolto dall'angelo alla beata Vergine Maria (come fanno alcuni commentatori), mi sembra un modo molto pericoloso di maneggiando le semplici parole della Scrittura, a prescindere dal loro contesto e dal loro vero significato.

Sopra le donne nella tenda. — L'onore che le è stato tributato per la sua azione l'avrebbe innalzata molto al di sopra della massa comune di donne nomadi ignoranti e oppresse. Invece di una donna chenita, sarebbe stata lodata e onorata come un'eroina di Israele.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità