Non berrò del frutto della vite. — Meglio, del prodotto. (Vedi Note su Matteo 26:29 ; Marco 14:25 .) Qui le parole precedono, negli altri Vangeli che seguono, l'istituzione della Cena del Signore. Non è probabile che le stesse parole siano state ripetute sia prima che dopo.

La posizione che occupa qui, parallela a quanto si era detto prima della Pasqua, sembra nel complesso favorevole alla disposizione di san Luca. D'altra parte, è evidente, qualunque ne sia data la spiegazione, che san Matteo e san Marco omettono (nei migliori manoscritti) la parola "nuovo" in quanto connessa con il "patto", e la enfatizzano come collegato al “frutto della vite”, mentre nel secondo lo omette e nel primo lo enfatizza.

È, forse, lecito pensare a lui come insegnato da San Paolo, e forse da Apollo, per abbracciare più pienamente di quanto non abbiano fatto, in tutta la sua importanza, l'idea della Nuova Alleanza come esposta in Galati 3:4 , ed Ebrei 7-10.

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