Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
Salmi 68 - Introduzione
LXVIII.
"Non è un compito facile", scrive Hitzig di questo salmo, "diventare padrone di questo Titano". L'epiteto è azzeccato. Il salmo è titanico non solo nella sua ingestibile resistenza a tutti i poteri della critica, ma anche nella sua forza lirica e grandezza. Scala anche, come un Titano, le vette più divine della canzone.
Nel caso in cui vi sia ancora spazio per tante teorie contraddittorie, è meglio limitare un'introduzione alle certezze. Salmi 68 rimarrà senza dubbio quello che è stato chiamato, "la croce dei critici, il rimprovero degli interpreti"; ma ci racconta alcuni fatti della sua storia e del suo carattere che sono fuori discussione.
1. La menzione del Tempio in Salmi 68:29 , in un contesto che non consente l'interpretazione a volte possibile, palazzo, o dimora celeste, riconduce la composizione ad un periodo sicuramente successivo a Salomone.
2. Il poeta fa libero uso di canzoni antiche. Infatti M. Renan chiama il salmo “una mirabile serie di frammenti lirici” ( Langues Sémitiques, p. 123). I più importanti tra questi riferimenti sono quelli alla magnifica ode di Deborah ( Giudici 5 ) che accompagna lo scrittore in tutto, ispirando alcuni dei suoi migliori pensieri.
3. L'ode, pur ripensando continuamente all'antica storia di Israele, è tuttavia forte e chiara con il “grido lirico” del presente dell'autore. Vedi Salmi 68:4 ; Salmi 68:21 , (dove c'è probabilmente un vero e proprio ritratto storico), Salmi 68:22 ; Salmi 68:30 .
4. L'interesse di questo presente, sebbene manchi la chiave della sua esatta condizione, si accentrava, per quanto riguardava il poeta, nel Tempio, che è rappresentato come oggetto della riverenza e della stima delle potenze straniere, che portano doni ad esso.
5. Nonostante la marcia guerriera del poema, e il suono marziale della sua musica, appare da Salmi 68:5 ; Salmi 68:10 ; Salmi 68:19 , non per essere stato ispirato da alcuna battaglia o vittoria immediata, ma da quella fiducia generale nella protezione di Dio che i profeti e poeti d'Israele hanno sempre tratto dalla storia del passato.
Questi pochi tratti, evidenti sul volto del poema, rendono probabile la congettura che vede in questo salmo un inno processionale del secondo Tempio. Quel tempio aveva bisogno di doni e offerte dai monarchi persiani e stava per essere completato in un momento in cui Israele non poteva vantare alcuna grandezza militare, ma trovava la sua forza solo nella religione. La forma poetica è irregolare, varia con il soggetto e il tono.
Titolo. — Vedi titoli, Salmi 4, 66