Il commento di Ellicott su tutta la Bibbia
Tito 3:5
Non per opere di giustizia. — Ciò non asserisce affatto che tali opere siano mai state fatte, e poi prodotte, per così dire, davanti alla sbarra di Dio, e pesate e trovate insufficienti; ma sostiene semplicemente che per ottenere la salvezza tale deve essere fatto. La triste esperienza, con più forza di qualsiasi affermazione teologica, ha dimostrato a tutti noi l'assoluta impossibilità di chiunque di noi, anche il più santo, mai, anche solo per un giorno, di compiere le opere di un uomo puramente giusto.
Ma secondo la sua misericordia. — Siccome non c'era nulla in noi che richiedesse una tale salvezza, come non c'erano nostri atti che meritassero ricompensa, il suo dono di salvezza, che include ( Tito 3:7 ) la vita eterna, era dovuto interamente al suo amore divino che vedeva e compativa la nostra miseria, la nostra sofferenza senza fine. Da questo stato disperato l'eterna pietà ci sollevò e ci mise in uno stato di salvezza.
La clausola successiva specifica il segno esteriore e visibile della salvezza che il nostro amorevole Dio si è compiaciuto di ordinare nella Sua Chiesa, vale a dire, "battesimo"; ma qui si deve ben curar bene di intendere che cosa intendesse S. Paolo con questo battesimo, al quale attribuiva tanta potenza. Nella mente di san Paolo non era una semplice osservanza, ma era un sacramento, in cui tutto ciò che era interiore accompagnava correttamente e completamente tutto ciò che era esteriore.
In un altro luogo l'Apostolo ha qui grandemente parafrasato le sue parole. Nella Lettera Galata (Gal Galati 3:27 ) scrive come «quanti sono stati battezzati in Cristo si sono rivestiti di Cristo», cioè sono entrati in unione vitale con Lui — uno stato beato, che sicuramente conduce alla vita eterna , se solo i battezzati restano fedeli.
Mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo. — Vedendo dunque che Dio ci ha salvati con il suo stesso atto, indipendentemente da qualsiasi nostra opera, chiediamo: come ha operato questo? Le parole che stiamo considerando danno la risposta alla domanda. Il greco dovrebbe essere reso "per la conca della rigenerazione", ecc. Allora, per mezzo della conca di rigenerazione, ecc., Dio ci ha messo in uno stato di salvezza.
In altre parole, lo ha operato mediante il “battesimo” (poiché la conca qui può significare solo il fonte battesimale, ed è chiamata la conca della rigenerazione perché è il vaso consacrato all'uso di quel sacramento), per cui, in nella sua completezza di sacramento, viene trasmessa la vita nuova in Cristo. Il battesimo, quindi, è il mezzo attraverso il quale riceviamo la grazia salvifica di Cristo; nella sua conca rinasciamo a nuova vita, in essa riceviamo forza mediante lo Spirito Santo costantemente per rinnovare e sviluppare questa nuova vita, perché non è solo la conca della rigenerazione, ma anche della rinnovazione per opera dello Spirito Santo.
Ma qui il battesimo è inteso in tutto il suo compimento, il segno visibile esteriore accompagnato dalla grazia spirituale interiore. Nel caso di uno che è arrivato ad anni di comprensione cercando il battesimo, il pentimento e la fede nelle promesse di Dio sono assolutamente richiesti. Nel caso dei fanciulli, che fin dai primissimi tempi sono stati anche, per mezzo di questa stessa conca, arruolati nella comunione dei cristiani, si richiede la stessa professione, solo che la fanno per loro fideiussioni, e direttamente che siano giunti agli anni di discrezione assentino solennemente e pubblicamente a quanto già affermato in loro nome.
Così, mediante la conca della rigenerazione, ecc., o, in altre parole, mediante il battesimo in tutto il suo compimento — l'atto esteriore essendo accompagnato dalla fede interiore — Egli ci salvò, cioè ci mise in uno stato di salvezza. Della differenza tra “rigenerazione” e “rinnovamento”, la prima, “rigenerazione”, è ben spiegata nelle parole della colletta per il giorno di Natale, che parla dei “rigenerati” come “fatti figli di Dio per adozione e grazia.
Della seconda, “rinnovamento”, prosegue la stessa colletta, quando prega affinché “i rigenerati” “sia quotidianamente rinnovati dallo Spirito Santo”. Il primo, “rigenerazione”, si parla da San Giovanni nelle sue parole, “Dovete nascere di nuovo” ( Giovanni 3:7 ); alla seconda allude san Paolo quando scrive: «L'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno» ( 2 Corinzi 4:16 ).