Commento biblico dell'espositore (Nicoll)
Ebrei 4:3-5
8. IL RITORNO DI ELIA
Con la sua ultima parola il profeta invita significativamente il popolo a ricordare la Legge. Questa è la loro unica speranza prima della venuta del grande e terribile giorno del Signore. Ma, affinché la Legge abbia pieno effetto, la Profezia sarà inviata per portarla a casa nei cuori del popolo-Profezia nella persona del suo fondatore e rappresentante più drastico. Niente potrebbe raccogliere meglio di questa congiunzione quella mescolanza di Legge e di Profezia che abbiamo visto essere così caratteristica dell'opera di "Malachia.
Solo non dobbiamo trascurare il fatto che "Malachia" attende questa profezia, che con la Legge deve operare la conversione del popolo, non nel perdurare della successione profetica per comparsa di personalità originarie, sviluppando ulteriormente i grandi principi della loro ordine, ma nel ritorno del primo profeta Elia.Questa è sicuramente la confessione della profezia che il numero dei suoi servi è esaurito e il suo messaggio a Israele si è adempiuto.
Ora non può fare per le persone più di quanto ha fatto. Ma evocherà la sua vecchia energia e fuoco nel ritorno della sua personalità più potente, e farà un grande sforzo per convertire la nazione prima che il Signore venga e la colpisca con il giudizio.
"Ricordati della Torah di Mosè, mio servitore, con la quale gli ho ordinato in Horeb per tutto Israele: statuti e giudizi. Ecco! Ti mando il profeta Elia, prima della venuta del giorno grande e terribile di Geova. Ed egli volgerò il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri, prima che io venga e colpisca il paese con il divieto».
"Malachia" fa questa promessa della Legge nel dialetto del Deuteronomio: "statuti e giudizi di cui Geova ha incaricato Mosè per Israele". Ma la Legge che applica non è quella che Dio consegnò a Mosè nelle pianure di Shittim, ma quella che gli diede sul monte Horeb. E così avvenne. Pochissimi anni dopo la profezia di "Malachia", lo scriba Esdra portò da Babilonia il grande Codice Levitico, che sembra essere stato predisposto lì, mentre la colonia di Gerusalemme stava ancora organizzando la propria vita secondo la legislazione deuteronomica.
Nel 444 aC questo Codice Levitico, insieme al Deuteronomio, divenne per patto tra il popolo e il loro Dio il loro Canone e Legge. E nel prossimo dei nostri profeti, Gioele, troveremo la sua piena influenza all'opera.