Commento biblico dell'espositore (Nicoll)
Ecclesiaste 4:4-8
È reso senza speranza dall'origine di base di Human Industries.
Questo senso pungente della misera condizione della sua razza ha, tuttavia, distolto il Predicatore dalla condotta dell'argomento principale che aveva in mano: a quello ora ritorna ( Ecclesiaste 4:4 ). E ora sostiene: Non puoi sperare di ottenere buoni frutti da una cattiva radice. Ma le varie industrie in cui sei tentato di cercare "il principale bene e mercato del tuo tempo" hanno un'origine molto vile e malvagia; esse "nascono dalla gelosa rivalità dell'uomo con il prossimo" Ogni uomo cerca di superare e di vendere più del suo prossimo; per assicurarsi un affare più grande, per circondarsi di un lusso più abbondante, o per accumulare un più ampio tesoro d'oro.
Questa tua vita lavorativa è del tutto egoista e quindi del tutto vile. Non ti accontenti di una disposizione sufficiente per semplici desideri. Non cerchi il bene del tuo prossimo. Non hai alcuno scopo nobile o patriottico. La vostra intenzione dominante è di arricchirvi a spese dei vicini che, a loro volta, sono vostri rivali piuttosto che i vostri vicini, e che cercano di avere la meglio su di voi come voi cercate di avere la meglio su di loro.
Puoi sperare di trovare il vero Bene in una vita i cui scopi sono così sordidi, i cui motivi sono così egoistici? Lo stesso pigro che congiunge le mani nell'indolenza finché ha pane da mangiare è un uomo più saggio di te; perché ha almeno la sua "manciata di quiete" e conosce qualche piccolo godimento della vita; mentre tu, spinto dalla gelosa competizione e dalle brame ardenti del desiderio insaziabile, non hai né ozio né appetito per il godimento: entrambe le tue mani sono piene, sì, ma non c'è quiete in esse, solo lavoro, lavoro, lavoro, con vessazione di spirito ( Ecclesiaste 4:5 ).
Così intensa ed egoistica era questa rivalità, l'aumento dell'appetito che cresceva per ciò di cui si nutriva, così acuto cresceva il desiderio di accumulare, che il Predicatore dipinge un ritratto, per il quale senza dubbio molti ebrei avrebbero potuto sedersi, di un uomo, anzi, piuttosto, di un avaro, che, sebbene solitario e senza parenti, senza nemmeno un figlio o un fratello che erediti la sua ricchezza, tuttavia accumula ricchezze fino alla fine della sua vita; non c'è fine alle sue fatiche; non potrà mai essere abbastanza ricco da concedersi alcun godimento dei suoi guadagni ( Ecclesiaste 4:7 ).