Commento biblico dell'espositore (Nicoll)
Osea 14:1-4
L'ARGOMENTO FINALE
L'appassionato appello con cui si chiudeva l'ultimo capitolo non era affatto una certezza di salvezza: «Come ti abbandono, Efraim? Come ti lascio andare, Israele? Al contrario, era l'angoscia dell'Amore , quando si libra su se stesso sull'orlo della distruzione a cui li ha condotti la loro ostinazione, e prima di abbandonarli cercherebbe, se possibile, un'ultima via per redimersi. Sicuramente quel fatale domani e il folle salto del popolo in esso non sono inevitabile! Almeno, prima che facciano il salto, il profeta ritorni ancora una volta sulla situazione morale di oggi, ritorni ancora una volta sul passato del popolo, e veda se riesce a trovare qualcos'altro per spiegare quel pregiudizio all'apostasia Osea 11:7 che li ha portati su questo limite fatale, qualsiasi altra cosa che possa spingerli al pentimento anche lì.
Così nei capitoli 12 e 13 Osea gira sulla pista ormai familiare della sua argomentazione, piena della gelosia divina, deciso a dare al popolo un'altra possibilità per voltarsi; ma se non lo faranno, almeno giustificherà la rinuncia di Dio da parte loro. I Capitoli gettano una luce ancora più brillante sul carattere e sulle abitudini di quella generazione. Esplorano di nuovo l'antica storia di Israele alla ricerca delle cause dell'attuale declino; e, in particolare, citano l'esperienza spirituale del Padre della Nazione, quasi a mostrare che ciò che era possibile per lui del pentimento è possibile anche per i suoi posteri. Ma ancora una volta ogni speranza si vede vana; e l'ultimo travaglio di Osea con il suo popolo ostinato si chiude in un destino ancora più terribile dei suoi predecessori."
La divisione in Capitoli è probabilmente corretta; ma mentre il capitolo 13 è ben ordinato e chiaro, la disposizione e, in alcune parti, il significato del capitolo 12 sono molto oscuri.