Ginevra Study Bible Commento
Romani 9:20
(17) Anzi, o uomo, chi sei tu che rispondi a Dio? (18) La cosa (u) formata deve dire a colui che l'ha formata: Perché mi hai fatto così?
(17) L'apostolo non risponde che non è volontà di Dio, o che Dio non rifiuta né elegge a suo piacimento, cosa che gli empi chiamano bestemmia, ma concede al suo avversario entrambi gli antecedenti, cioè che è la volontà di Dio, e ciò deve necessariamente accadere, eppure egli nega che Dio sia quindi da ritenersi un ingiusto vendicatore degli empi: poiché, vedendo che appare per prova manifesta che questa è la volontà di Dio, e il suo operato , che sfrontatezza è per l'uomo, che non è che polvere e cenere, disputare con Dio, e come chiamarlo in giudizio? Ora, se qualcuno dice che il dubbio non è così sciolto e risposto, rispondo che non c'è dimostrazione più sicura in nessuna materia, perché è fondato su questo principio, che la volontà di Dio è la regola della giustizia.
(18) Un'amplificazione della prima risposta, tratta da un confronto, dal quale risulta anche che il determinato consiglio di Dio è posto da Paolo come il più alto di tutte le cause: sicché esso non dipende in alcun modo dalle cause seconde, ma piuttosto li modella e li dirige.
(u) Questa similitudine concorda molto propriamente con la prima creazione dell'umanità.