Sebbene scritto circa quattrocento anni dopo Malachia, il Vangelo di Matteo conserva mirabilmente la continuità dei rapporti di Dio con Israele, poiché è scritto chiaramente da un punto di vista ebraico, il suo messaggio è particolarmente adatto agli israeliti, sebbene la saggezza di Dio abbia così dichiarato la verità da renderlo di vitale importanza anche per i Gentili. Cristo è presentato qui come il Re d'Israele, il cui titolo è stato accuratamente stabilito. Come tale Egli ha naturalmente un regno, ma solo in Matteo questo è chiamato "il regno dei cieli", e qui 33 volte, sebbene lo chiami anche "il regno di Dio" alcune volte.
Israele si aspettava il regno con il suo quartier generale a Gerusalemme, cioè con loro stessi al controllo. Il Signore Gesù parla quindi del "regno dei cieli", un regno che ha il suo quartier generale nei cieli, sebbene naturalmente il regno stesso sia sulla terra, una sfera sulla quale Cristo ha autorità suprema. Altri Vangeli parlano dello stesso regno come "regno di Dio"; ma Israele deve imparare che il regno di Dio è governato dal cielo, senza un centro terreno di autorità.