Commento, spiegazione e studio di Daniele 4:19-33, verso per verso
Allora Daniele il cui nome è Beltsatsar, rimase per un momento stupefatto, e i suoi pensieri lo spaventavano. Il re prese a dire: "Beltsatsar, il sogno e la interpretazione non ti spaventino!" Beltsatsar rispose, e disse: "Signor mio, il sogno s'avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari!
L'albero che il re ha visto, ch'era divenuto grande e forte, la cui vetta giungeva al cielo e che si vedeva da tutti i punti della terra,
l'albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante e in cui era nutrimento per tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e fra i cui rami dimoravano gli uccelli del cielo,
sei tu, o re; tu, che sei divenuto grande e forte, la cui grandezza s'è accresciuta e giunge fino al cielo, e il cui dominio s'estende fino all'estremità della terra.
E quanto al santo Vegliante che hai visto scendere dal cielo e che ha detto: Abbattete l'albero e distruggetelo, ma lasciate in terra il ceppo delle radici, in catene di ferro e di rame, fra l'erba de' campi, e sia bagnato dalla rugiada del cielo, e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché sian passati sopra di lui sette tempi
eccone l'interpretazione, o re; è un decreto dell'Altissimo, che sarà eseguito sul re mio signore:
tu sarai cacciato di fra gli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data a mangiare dell'erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini, e lo dà a chi vuole.
E quanto all'ordine di lasciare il ceppo delle radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il cielo domina.
Perciò, o re, ti sia gradito il mio consiglio! Poni fine ai tuoi peccati con la giustizia, e alle tue iniquità con la compassione verso gli afflitti; e, forse, la tua prosperità potrà esser prolungata".
Tutto questo avvenne al re Nebucadnetsar.
In capo a dodici mesi egli passeggiava sul palazzo reale di Babilonia.
Il re prese a dire: "Non è questa la gran Babilonia che io ho edificata come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?"
Il re aveva ancora la parola in bocca, quando una voce discese dal cielo: "Sappi, o re Nebucadnetsar, che il tuo regno t'è tolto;
e tu sarai cacciato di fra gli uomini, la tua dimora sarà con le bestie de' campi; ti sarà data a mangiare dell'erba come ai buoi, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole".
In quel medesimo istante quella parola si adempì su Nebucadnetsar. Egli fu cacciato di fra gli uomini, mangiò l'erba come ai buoi, e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché il pelo gli crebbe come le penne alle aquile, e le unghie come agli uccelli.