Commento, spiegazione e studio di Daniele 6:15-22, verso per verso
Ma quegli uomini vennero tumultuosamente al re, e gli dissero: "Sappi, o re, che è legge dei Medi e de' Persiani che nessun divieto o decreto promulgato dal re possa essere mutato".
Allora il re diede l'ordine, e Daniele fu menato e gettato nella fossa de' leoni. E il re parlò a Daniele, e gli disse: "L'Iddio tuo, che tu servi del continuo, sarà quegli che ti libererà".
E fu portata una pietra, che fu messa sulla bocca della fossa; e il re la sigillò col suo anello e con l'anello de' suoi grandi, perché nulla fosse mutato riguardo a Daniele.
Allora il re se ne andò al suo palazzo, e passò la notte in digiuno; non si fece venire alcuna concubina e il sonno fuggì da lui.
Poi il re si levò la mattina di buon'ora, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa de' leoni.
E come fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce dolorosa, e il re prese a dire a Daniele: "Daniele, servo dell'Iddio vivente! Il tuo Dio, che tu servi del continuo, t'ha egli potuto liberare dai leoni?"
Allora Daniele disse al re: "O re, possa tu vivere in perpetuo!
Il mio Dio ha mandato il suo angelo e ha chiuso la bocca de' leoni che non m'hanno fatto alcun male, perché io sono stato trovato innocente nel suo cospetto; e anche davanti a te, o re, non ho fatto alcun male".