Commento, spiegazione e studio di Deuteronomio 32:23-39, verso per verso
Io accumulerò su loro dei mali, esaurirò contro a loro tutti i miei strali.
Essi saran consunti dalla fame, divorati dalla febbre, da mortifera pestilenza; lancerò contro a loro le zanne delle fiere, col veleno delle bestie che striscian nella polvere.
Di fuori la spada, e di dentro il terrore spargeranno il lutto, mietendo giovani e fanciulle, lattanti e uomini canuti.
Io direi: Li spazzerò via d'un soffio, farò sparire la loro memoria di fra gli uomini,
se non temessi gl'insulti del nemico, e che i loro avversari, prendendo abbaglio, fosser tratti a dire: "E' tata la nostra potente mano e non l'Eterno, che ha fatto tutto questo!"
Poiché è una nazione che ha perduto il senno, e non v'è in essi alcuna intelligenza.
Se fosser savi, lo capirebbero, considererebbero la fine che li aspetta.
Come potrebbe un solo inseguirne mille, e due metterne in fuga diecimila, se la Ròcca loro non li avesse venduti, se l'Eterno non li avesse dati in man del nemico?
Poiché la ròcca loro non è come la nostra Ròcca; i nostri stessi nemici ne son giudici;
ma la loro vigna vien dalla vigna di Sodoma e dalle campagne di Gomorra; le loro uve son uve avvelenate, i loro grappoli, amari;
il loro vino è un tossico di serpenti, un crudel veleno d'aspidi.
"Tutto questo non è egli tenuto in serbo presso di me, sigillato ne' miei tesori?
A me la vendetta e la retribuzione, quando il loro piede vacillerà!" Poiché il giorno della loro calamità egrave; vicino, e ciò che per loro è preparato, s'affretta a venire.
Sì, l'Eterno giudicherà il suo popolo, ma avrà pietà de' suoi servi quando vedrà che la forza è sparita, e che non riman più tra loro né schiavo né libero.
Allora egli dirà: "Ove sono i loro dèi, la ròcca nella quale confidavano,
gli dèi che mangiavano il grasso de' loro sacrifizi e beveano il vino delle loro libazioni? Si levino essi a soccorrervi, a coprirvi della loro protezione!
Ora vedete che io solo son Dio, e che non v'è altro dio accanto a me. Io fo morire e fo vivere, ferisco e risano, e non v'è chi possa liberare dalla mia mano.