Commento, spiegazione e studio di Ebrei 10:23-35, verso per verso
Riteniam fermamente la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatte le promesse.
E facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere,
non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno.
Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati;
rimangono una terribile attesa del giudizio e l'ardor d'un fuoco che divorerà gli avversari.
Uno che abbia violato la legge di Mosè, muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni.
Di qual peggior castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figliuol di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?
Poiché noi sappiamo chi è Colui che ha detto: A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione! E ncora: Il Signore giudicherà il suo popolo.
E' cosa spaventevole cadere nelle mani dell'Iddio vivente.
Ma ricordatevi dei giorni di prima, quando, dopo essere stati illuminati, voi sosteneste una così gran lotta di patimenti:
sia coll'essere esposti a vituperio e ad afflizioni, sia coll'esser partecipi della sorte di quelli che erano così trattati.
Infatti, voi simpatizzaste coi carcerati, e accettaste con allegrezza la ruberia de' vostri beni, sapendo d'aver per voi una sostanza migliore e permanente.
Non gettate dunque via la vostra franchezza la quale ha una grande ricompensa!