Commento, spiegazione e studio di Ebrei 10:4-22, verso per verso
perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati.
Perciò, entrando nel mondo, egli dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo;
non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà.
Dopo aver detto prima: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato (i quali sono offerti secondo la legge), egli dice poi:
Ecco, io vengo per fare la tua volontà. Egli toglie via il primo per stabilire il secondo.
In virtù di questa "volontà" noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.
E mentre ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati,
questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio,
aspettando solo più che i suoi nemici sian ridotti ad essere lo sgabello dei suoi piedi.
Perché con un'unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che son santificati.
E anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:
Questo è il patto che farò con loro dopo que' giorni, dice il Signore: Io metterò le mie leggi ne' loro cuori; e le scriverò nelle loro menti, egli aggiunge:
E non mi ricorderò più de' loro peccati e delle loro iniquità.
Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta per il peccato.
Avendo dunque, fratelli, libertà d'entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù,
per quella via recente e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne,
e avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio,
accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d'acqua pura.