Commento, spiegazione e studio di Ebrei 3:1-14, verso per verso
Perciò, fratelli santi, che siete partecipi d'una celeste vocazione, considerate Gesù, l'Apostolo e il ommo Sacerdote della nostra professione di fede,
il quale è fedele a Colui che l'ha costituito, come anche lo fu Mosè in tutta la casa di Dio.
Poiché egli è stato reputato degno di tanta maggior gloria che Mosè, di quanto è maggiore l'onore di olui che fabbrica la casa, in confronto di quello della casa stessa.
Poiché ogni casa è fabbricata da qualcuno; ma chi ha fabbricato tutte le cose è Dio.
E Mosè fu bensì fedele in tutta la casa di Dio come servitore per testimoniar delle cose che dovevano esser dette;
ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se riteniam ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza.
Perciò, come dice lo Spirito Santo, Oggi, se udite la sua voce,
non indurate i vostri cuori, come nel dì della provocazione, come nel dì della tentazione nel deserto
dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, e videro le mie opere per quarant'anni!
Perciò mi disgustai di quella generazione, e dissi: Sempre erra in cuor loro; ed essi non han conosciuto le mie vie,
talché giurai nell'ira mia: Non entreranno nel mio riposo!
Guardate, fratelli, che talora non si trovi in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che vi porti a ritrarvi dall'Iddio vivente;
ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: "Oggi," onde nessuno di voi sia indurato per inganno del peccato;
poiché siam diventati partecipi di Cristo, a condizione che riteniam ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio,