Commento, spiegazione e studio di Ebrei 6:9-20, verso per verso
Peraltro, diletti, quantunque parliamo così, siamo persuasi, riguardo a voi, di cose migliori e attinenti alla salvezza;
poiché Dio non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete mostrato verso il suo nome coi servizi che avete reso e che rendete tuttora ai santi.
Ma desideriamo che ciascun di voi dimostri fino alla fine il medesimo zelo per giungere alla pienezza della speranza,
onde non diventiate indolenti ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza eredano le promesse.
Poiché, quando Iddio fece la promessa ad Abramo, siccome non potea giurare per alcuno maggiore di lui, giurò per se stesso,
dicendo: Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente.
E così, avendo aspettato con pazienza, Abramo ottenne la promessa.
Perché gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine ad ogni contestazione.
Così, volendo Iddio mostrare vie meglio agli eredi della promessa la immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento,
affinché, mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiam cercato il nostro rifugio nell'afferrar saldamente la speranza che ci era posta dinanzi,
la quale noi teniamo qual àncora dell'anima, sicura e ferma e penetrante di là dalla cortina,
dove Gesù è entrato per noi qual precursore, essendo divenuto Sommo Sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedec.