Commento, spiegazione e studio di Ebrei 7:11-25, verso per verso
Ora, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo), che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec e non scelto secondo l'ordine d'Aronne?
Poiché, mutato il sacerdozio, avviene per necessità anche un mutamento di legge.
Difatti, colui a proposito del quale queste parole son dette, ha appartenuto a un'altra tribù, della quale nessuno s'è accostato all'altare;
perché è ben noto che il nostro Signore è sorto dalla tribù di Giuda, circa la quale Mosè non disse nulla che concernesse il sacerdozio.
E la cosa è ancora vie più evidente se sorge, a somiglianza di Melchisedec,
un altro sacerdote che è stato fatto tale non a tenore di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtù della potenza di una vita indissolubile;
poiché gli è resa questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec.
Giacché qui v'è bensì l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità
(poiché la legge non ha condotto nulla a compimento); ma v'è altresì l'introduzione d'una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio.
E in quanto ciò non è avvenuto senza giuramento (poiché quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento,
ma egli lo è con giuramento, per opera di Colui che ha detto: Il Signore l'ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote in eterno),
è di tanto più eccellente del primo il patto del quale Gesù è divenuto garante.
Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare;
ma questi, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette;
ond'è che può anche salvar appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.