Commento, spiegazione e studio di Efesini 3:1-13, verso per verso
Per questa cagione io, Paolo, il carcerato di Cristo Gesù per voi, o Gentili
(Poiché senza dubbio avete udito di quale grazia Iddio m'abbia fatto dispensatore per voi;
come per rivelazione mi sia stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole;
le quali leggendo, potete capire la intelligenza che io ho del mistero di Cristo.
Il quale mistero, nelle altre età, non fu dato a conoscere ai figliuoli degli uomini nel modo che ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di Lui;
vale a dire, che i Gentili sono eredi con noi, membra con noi d'un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante l'Evangelo,
del quale io sono stato fatto ministro, in virtù del dono della grazia di Dio largitami secondo la virtù della sua potenza.
A me, dico, che son da meno del minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di recare ai Gentili il buon annunzio delle non investigabili ricchezze di Cristo,
e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il creatore di tutte le cose,
affinché nel tempo presente, ai principati ed alle potestà, ne' luoghi celesti, sia data a conoscere, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio,
conforme al proponimento eterno ch'Egli ha mandato ad effetto nel nostro Signore, Cristo Gesù;
nel quale abbiamo la libertà d'accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.
Perciò io vi chieggo che non veniate meno nell'animo a motivo delle tribolazioni ch'io patisco per voi, poiché esse sono la vostra gloria).