Commento, spiegazione e studio di Ezechiele 12:4-28, verso per verso
Metti dunque fuori, di giorno, in loro presenza, il tuo bagaglio, simile a quello di chi va in esilio; poi la sera, esci tu stesso, in loro presenza, come fanno quelli che sen vanno esuli.
Fa', in loro presenza, un foro nel muro, e porta fuori per esso il tuo bagaglio.
Portalo sulle spalle in loro presenza; portalo fuori quando farà buio; copriti la faccia per non veder la terra; perché io faccio di te un segno per la casa d'Israele".
E io feci così come m'era stato comandato; trassi fuori di giorno il mio bagaglio, bagaglio di esiliato, e sulla sera feci con le mie mani un foro nel muro; e quando fu buio portai fuori il bagaglio, e me lo misi su le spalle in loro presenza.
E la mattina la parola dell'Eterno mi fu rivolta in questi termini:
"Figliuol d'uomo, la casa d'Israele, questa casa ribelle, non t'ha ella detto: Che fai?
Di' loro: Così parla il Signore, l'Eterno: Quest'oracolo concerne il principe ch'è in Gerusalemme, e tutta la casa d'Israele di cui essi fan parte.
Di': Io sono per voi un segno: come ho fatto io, così sarà fatto a loro: essi andranno in esilio, in cattività.
Il principe ch'è in mezzo a loro porterà il suo bagaglio sulle spalle quando farà buio, e partirà; si farà un foro nel muro, per farlo uscire di lì; egli si coprirà la faccia per non veder coi suoi occhi la terra;
e io stenderò su lui la mia rete, ed egli sarà preso nel mio laccio; lo menerò a Babilonia, nella terra dei aldei, ma egli non la vedrà, e quivi morrà.
E io disperderò a tutti i venti quelli che lo circondano per aiutarlo, e tutti i suoi eserciti, e sguainerò la pada dietro a loro.
Ed essi conosceranno che io sono l'Eterno quando li avrò sparsi tra le nazioni e dispersi nei paesi stranieri.
Ma lascerò di loro alcuni pochi uomini scampati dalla spada, dalla fame e dalla peste, affinché narrino tutte le loro abominazioni fra le nazioni dove saran giunti; e conosceranno che io sono l'Eterno".
La parola dell'Eterno mi fu ancora rivolta in questi termini:
"Figliuol d'uomo, mangia il tuo pane con tremore, e bevi la tua acqua con trepidazione ed ansietà;
e di' al popolo del paese: Così parla il Signore, l'Eterno, riguardo agli abitanti di Gerusalemme nella terra d'Israele: Mangeranno il loro pane con ansietà e berranno la loro acqua con desolazione, poiché il loro paese sarà desolato, spogliato di tutto ciò che contiene, a motivo della violenza di tutti quelli che l'abitano.
Le città abitate saranno ridotte in rovina, e il paese sarà desolato; e voi conoscerete che io sono l'Eterno.
E la parola dell'Eterno mi fu rivolta in questi termini:
"Figliuol d'uomo: Che proverbio è questo che voi ripetete nel paese d'Israele quando dite: I giorni si prolungano e ogni visione è venuta meno?
Perciò di' loro: Così parla il Signore, l'Eterno: Io farò cessare questo proverbio, e non lo si ripeterà più in Israele; di' loro, invece: I giorni s'avvicinano, e s'avvicina l'avveramento d'ogni visione;
poiché nessuna visione sarà più vana, né vi sarà più divinazione ingannevole in mezzo alla casa d'Israele.
Poiché io sono l'Eterno; qualunque sia la parola che avrò detta, ella sarà messa ad effetto; non sarà più differita; poiché nei vostri giorni, o casa ribelle, io pronunzierò una parola, e la metterò ad effetto, dice il Signore, l'Eterno".
La parola dell'Eterno mi fu ancora rivolta in questi termini:
"Figliuol d'uomo, ecco, quelli della casa d'Israele dicono: La visione che costui contempla concerne lunghi giorni a venire, ed egli profetizza per dei tempi lontani.
Perciò di' loro: Così parla il Signore, l'Eterno: Nessuna della mie parole sarà più differita; la parola che avrò pronunziata sarà messa ad effetto, dice il Signore, l'Eterno".