Commento, spiegazione e studio di Ezechiele 33:21-29, verso per verso
Il dodicesimo anno della nostra cattività, il decimo mese, il quinto giorno del mese, un fuggiasco da erusalemme venne a me, e mi disse: La città è presa!
La sera avanti la venuta del fuggiasco, la mano dell'Eterno era stata sopra di me, ed egli m'aveva aperta la bocca, prima che quegli venisse a me la mattina; la bocca mi fu aperta, ed io non fui più muto.
E la parola dell'Eterno mi fu rivolta in questi termini:
"Figliuol d'uomo, gli abitanti di quelle rovine, nel paese d'Israele, dicono: Abrahamo era solo, eppure ebbe il possesso del paese; e noi siamo molti, il possesso del paese è dato a noi.
Perciò di' loro: Così parla il Signore, l'Eterno: Voi mangiate la carne col sangue, alzate gli occhi verso i vostri idoli, spargete il sangue, e possedereste il paese?
Voi v'appoggiate sulla vostra spada, commettete abominazioni, ciascun di voi contamina la moglie del prossimo, e possedereste il paese?
Di' loro così: Così parla il Signore, l'Eterno: Com'è vero ch'io vivo, quelli che stanno fra quelle ruine cadranno per la spada; quelli che son per i campi li darò in pasto alle bestie; e quelli che son nelle fortezze e nelle caserme morranno di peste!
E io ridurrò il paese in una desolazione, in un deserto; l'orgoglio della sua forza verrà meno, e i monti d'Israele saranno così desolati, che nessuno vi passerà più.
Ed essi conosceranno che io sono l'Eterno, quando avrò ridotto il paese in una desolazione, in un eserto, per tutte le abominazioni che hanno commesse.