Commento, spiegazione e studio di Filemone 1:8-21, verso per verso
Perciò, benché io abbia molta libertà in Cristo di comandarti quel che convien fare,
preferisco fare appello alla tua carità, semplicemente come Paolo, vecchio, e adesso anche prigione di risto Gesù;
ti prego per il mio figliuolo che ho generato nelle mie catene,
per Onesimo che altra volta ti fu disutile, ma che ora è utile a te ed a me.
Io te l'ho rimandato, lui, ch'è quanto dire, le viscere mie.
Avrei voluto tenerlo presso di me, affinché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del angelo;
ma, senza il tuo parere, non ho voluto far nulla, affinché il tuo beneficio non fosse come forzato, ma volontario.
Infatti, per questo, forse, egli è stato per breve tempo separato da te, perché tu lo recuperassi per sempre;
non più come uno schiavo, ma come da più di uno schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora quanto più a te, e nella carne e nel Signore!
Se dunque tu mi tieni per un consocio, ricevilo come faresti di me.
che se t'ha fatto alcun torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me.
Io, Paolo, lo scrivo di mio proprio pugno: io lo pagherò; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso.
Sì, fratello, io vorrei da te un qualche utile nel Signore; deh, ricrea il mio cuore in Cristo.
Ti scrivo confidando nella tua ubbidienza, sapendo che tu farai anche al di là di quel che dico.